Macchine agricole: la produzione Made In Italy punta i mercati asiatici

Molto presto, l’agricoltura dell’Asia potrebbe diventare ancora più importante grazie alle macchine agricole Made In Italy.

L’obiettivo è stato dichiarato apertamente sabato 1 luglio: la conquista dei ricchi orientali, dalla Corea fino all’Indonesia e al Vietnam, per finire con Giappone, Cina e India.

Questo è quello che ha spiegato Alessandro Malavolti, neopresidente di FederUnacoma, l’associazione dei costruttori italiani di macchine agricole.

Un traguardo davvero ambizioso e con più d’una ragione d’esserlo.

Pensiamo semplicemente che l’Asia possieda da sola il 35% dei territori agricoli presenti nel mondo (una percentuale davvero elevata dato che il Nord America copre il 10% del totale della superficie agricole e l’Europa solo il 4%).

Ma non solo, proprio l’Asia è nelle condizioni di dover investire in modo consistente nella valorizzazione di questi territori, migliorandone la produttività e soddisfacendone i fabbisogni alimentari crescenti.

Si aprono quindi grandi spazi di mercato che certamente non si chiudono nemmeno in altre aree del globo.

Per questo motivo, FederUnacoma sta pensando di incrementare la promozione in paesi come l’Argentina, l’Australia, la Russia e il Sudafrica.

I dati

Nei primi mesi del 2017, i dati sulle immatricolazioni di macchine agricole in Italia mostrano una crescita delle vendite.

In positivo sono anche le immatricolazioni in Germania, Regno Unito e Spagna, mentre tornano a correre le vendite in Cina e India, in calo invece Stati Uniti e Turchia.

Qual è il futuro?

Nel prossimo futuro lo sviluppo dei commerci di macchine agricole, sarà influenzato da variabili che hanno poco a che fare con la tecnica.

Gli esempi più chiari sono quelli della Brexit, ma anche delle politiche commerciali annunciate da Donald Trump, i rapporti con la Russia, il clima politico in Turchia e gli sviluppi dei conflitti in Medioriente e nei Paesi arabi.
Tutte circostanze che “bloccano i piani di sviluppo dell’agricoltura che avrebbero importanti ricadute anche in termini di meccanizzazione agricola».
Grande attenzione, quindi, per un settore che rimane una delle punte di diamante della nostra industria e che ogni anno produce per un valore di oltre dieci miliardi di euro ed esporta per quasi cinque.

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