Scopri i robot che si dedicano all’agricoltura!

In questo articolo parleremo della Harper Adams University che guarda al futuro dell’agricoltura e dell’umanità: il suo nome è Hands-Free-Hectare, il primo campo d’orzo coltivato completamente (o quasi) da macchine.

Si tratta di un progetto inglese che ha permesso la coltivazione e la raccolta di orzo senza l’ausilio dell’uomo. Il che potrebbe sembrare pura fantascienza,, in fondo non è altro che l’applicazione combinata di varie tecnologie già disponibili.

Come la guida autonoma, per esempio, che per forza di cose doveva essere utilizzata prima o poi anche in ambito professionale.

Hand-free Hectare, è un progetto curato da un team della Harper Adams University, la quale ha modificato un trattore e una mietitrebbiatrice, inserendovi telecamere, GPS e laser per la gestione della guida autonoma.

Lo sviluppo di una piantagione non è solo piantare e raccogliere, è necessario anche  analizzare e monitorare il terreno.

Per questo motivo sono stati utilizzati anche droni e robot scout per raccogliere campioni di terreno da analizzare periodicamente.

Il risultato, che ha richiesto un investimento di più di 200.000€, è il campo d’orzo più costoso della storia.

Ci scherza su Kit Franklin, capo progetto e ingegnere agricolo, ben sapendo che dietro un progetto così ci può essere un pezzo della soluzione ai problemi dell’agricoltura.

Le macchine non saranno perfette e soprattutto non saranno mai totalmente indipendenti dall’uomo, in molti casi infatti solo l’occhio umano sa realmente monitorare un campione di terra, ma di certo sono lavoratori instancabili, capaci di lavorare più ore e in condizioni impraticabili per l’uomo.

Senza contare il fatto che possono essere messe a contatto con pesticidi o altri agenti chimici senza alcun rischio per la (loro) salute.

Rimangono tuttavia molti problemi da risolvere. C’è innanzitutto la dimensione spropositata delle macchine agricole.

Non è certo un problema dell’automazione, piuttosto un problema che l’automazione potrà aiutare a risolvere.

Macchine enormi con le mietitrebbiatrici infatti possono, a lungo andare, danneggiare il terreno. Ecco perché la tecnologia deve assolutamente trovare soluzioni più leggere.

C’è poi il problema pratico di questo esperimento che riguarda la difficoltà dei mezzi autonomi nel seguire una linea retta nel campo.

Problema talmente evidente che la foto aerea mostrata sul sito del progetto mostra chiaramente percorsi tutt’altro che dritti.

È un inizio, un principio di rivoluzione che però ha portato già dei risultati concreti con investimenti tutto sommato contenuti. Il futuro dell’agricoltura, in ogni caso, passa certamente dall’automazione e dall’uso dei robot.

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